DESCRIZIONE:
Il primo fiore è sbocciato il 2 settembre 1999 su di un esemplare quasi sommerso da una selva di altre passiflore. Io avevo già notato un tralcio fitto di boccioli ed ho perciò seguito giornalmente la loro crescita fino alla prima fioritura. La mattina del 2 settembre sapevo, con un discreto margine di certezza, che il fiore, in giornata, si sarebbe aperto: cosa che puntualmente accadde.
I suoi colori e la sua forma non mi meravigliarono troppo, davo per scontate queste caratteristiche, poiché avevo intuito che il bianco puro della P. subpeltata avrebbe diluito e stemperato, come nella preparazione di un acquerello, il violetto carico dei fiori della P. amethystina. Eppure, l’emozione e la sorpresa non mancarono, perché non era prevedibile che la tonalità si avvicinasse con tanta decisione all’azzurro ed al blu, colori piuttosto insoliti nel genere Passiflora. Controllai l’etichetta, verificai i file dove registro, numerandoli, tutti i frutti ibridi: era davvero l’incrocio che avevo preparato due anni prima e che l’inverno dello stesso anno avevo seminato in un cassone riscaldato.
Dopo qualche giorno, il primo bocciolo di un altro esemplare della stessa generosa partita di semi, si aprì. I suoi fiori erano uguali a quelli del primo.
La forma del fiore, che ha il diametro di circa 6-7 cm, è molto simile a quella della P. amethystina, mentre le sembianze paterne sono riconoscibili quasi solo nelle foglie. Come la madre, ha petali leggermente retroflessi, una grande corona caratterizzata da un centro scuro e da leggere bande alterne soffuse di azzurro e di blu. I filamenti, meno arricciati e più robusti, tradiscono forse il ‘sangue’ paterno, che rimane comunque determinante per la creazione di questa singolare colorazione blu chiaro.
Spero che questa nuova pianta sia più rustica della madre e che le caratteristiche paterne, almeno in questa dote, abbiano avuto il sopravvento. La P. amethystina è infatti delicata (10 °C), mentre la P. subpeltata è più rustica (2 °C per brevi periodi).
Sarei certo orgoglioso se questo ‘angelico’ fiore potesse vivere in piena terra in Liguria ed in altre località miti della nostra penisola.