SOTTOGENERE: passiflora
SUPERSEZIONE: stipulata
SEZIONE: granadillastrum
ORIGINE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA:
Brasile sud-orientale.
TEMPERATURA MINIMA: -2 °C
TEMPERATURA MINIMA IDEALE: 5 °C
SINONIMI: P. paulensis Killip.
ETIMOLOGIA:
È dovuto all’aspetto del fiore che richiama quello dell’anemone di mare (Attinia). L’etimologia è presa dal greco ἀκτῖνος (actinos) che significa, 'raggio', ‘raggi del sole’.
NOTE: Periodo di fioritura nella mia collezione: gennaio e febbraio in serra riscaldata. Ritengo quindi si tratti di una specie brevidiurna.
Zone USDA: 8 - 11.
Cromosomi: 2n=18
DESCRIZIONE:
Nel fiore di questa passiflora vi è un forte contrasto tra la corolla formata dai petali e dai sepali bianchi retroflessi e la grande corona composta da 4 o 5 serie di filamenti, sporgente in avanti e colorata di violetto, di rosa e di bianco.
I fiori hanno il diametro di circa 8-9 cm, la fioritura è generosa ed avviene di solito in gennaio-febbraio, se la pianta è ricoverata in serra calda, altrimenti nella tarda primavera.
È un rampicante
leggero che tende a diventare assai fitto grazie alla brevità degli internodi
ed alla ricchezza del fogliame. Le foglie sono intere, di colore verde glauco,
dalla forma ovale, allargate alla base.
I sepali sono bianchi all’interno e verdi all’esterno, mentre i petali sono
bianchi in entrambe le superfici. La corona dei filamenti è talmente vistosa
per il suo colore a bande alternate contrastanti da richiamare la
caratteristica chioma degli anemoni di mare. Si prolunga in avanti quasi
nascondendo gli stigmi e le antere. I frutti sono piccoli, sferici, gialli a
maturazione e contengono un arillo profumato in cui sono immersi numerosi semi
neri.
La P. actinia proviene dalle zone montuose del Brasile. È facile da coltivare in vaso (del diametro di almeno 18-20 cm) ed il suo aspetto aggraziato e vivace ne fa una pianta molto apprezzata. Se ad essa viene riservato spazio, può raggiungere parecchi metri di lunghezza e coprire pergolati e muri dotati di graticci.
Non resiste agli inverni della Pianura Padana, dove è opportuno ricoverarla, ma si adatta bene all’aperto nelle zone climatiche dall’inverno mite, come la Liguria, i laghi ed il sud, giacché tollera brevi gelate fino a -5 °C. I danni possono essere limitati da protezioni alla chioma ed al piede e dalla sua collocazione in luoghi riparati.
La fioritura di eccezionale bellezza e la sua relativa rusticità ne fanno una pianta interessante da coltivare in casa o all’aperto in relazione alla stagione ed al clima della propria regione.
Richiede terriccio leggero ed innaffiature regolari, non eccessive. La riproduzione si ottiene per seme e per talea. Quest’ultimo metodo è preferibile poiché si ottengono piante più grandi in minor tempo.