Passiflora karwinskii | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

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Passiflora karwinskii | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

Classificazione (J. MacDougal ed altri, 2004)

SOTTOGENERE: decaloba
SUPERSEZIONE: bryonioides


ORIGINE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA:

Messico meridionale.


TEMPERATURA MINIMA: 10 °C


TEMPERATURA MINIMA IDEALE: 12 °C


SINONIMI: P. platyneura Eastw., P. pringlei, Robinson & Greenm.


ETIMOLOGIA:

Denominata in onore del botanico ed ingegnere minerario tedesco-ungherese Barone  Wilhem Friedrich von Karwinsky von Karwin (1780 - 1855) che ha scoperto questa specie sulle montagne del Messico. 




FOTOGALLERY:


DESCRIZIONE:

Chi desidera una passiflora da utilizzare come ricadente può scegliere questa piccola e sconosciuta specie, originaria delle zone montagnose del Messico. A differenza della maggior parte delle passiflore, essa ha poca attitudine ad arrampicarsi, tant’è che è quasi sempre priva di viticci. Ha, perciò, le caratteristiche ideali per essere coltivata in vasi da appendere in casa o, d’estate, in giardino. Produrrà numerosi tralci fitti di piccole foglie, 3-5 lobate, sui quali sbocceranno a profusione e di continuo numerosi fiori dai colori tenui e delicati.

Per aumentare l’effetto scenico, si possono utilizzare contenitori, di diametro grande e poco profondi, nei quali mettere vari esemplari insieme.  La massa di tralci, di foglie e di fiori così ottenuta sarà di una ricchezza sorprendente.

 I suoi fusti sono leggeri, brevi e dalla sezione angolata. Gli internodi sono corti, cosicché la pianta ha un fogliame molto abbondante.

Le sue foglie, di soli 3-4 cm di larghezza e di lunghezza, sono tutte curve, essendo i 5 lobi profondamente incisi con rientranze arrotondate e con gli apici altrettanto curvilinei. Due piccole ghiandole simmetriche arricchiscono il picciolo vicino all’attaccatura con la lamina fogliare.

 I fiori, del diametro di circa 5 cm e dal colore bianco e malva intenso, hanno sepali molto più lunghi dei petali. I primi arrivano infatti a 2 cm di lunghezza, sono bianchi con punteggiature porpora ed hanno forma stretta con estremità appuntita. I secondi, alternati ai primi, sono lunghi circa 1 cm e sono candidi. La corona è più scura e contrasta con il colore della corolla. È costituita da una serie di filamenti sporgenti in avanti, di una sfumatura porporina alla base, che trascolora al marrone e al giallo crema all’apice. I frutti sferici hanno il diametro di circa 3 cm.

Quando la pianta è in vegetazione è esigente dal punto di vista termico. Richiede luce e calore. Se le temperature si abbassano va a riposo, perdendo la parte aerea. Allora può tollerare temperature più rigide e brevi periodi di gelo. È dotata infatti di robuste radici legnose che talvolta possono essere visibili in superficie. Se, verso l’autunno, si notano segni di defoliazione non bisogna insistere nell’innaffiarla per non danneggiarla. Quando è dormiente, infatti, deve essere tenuta asciutta, finché non si hanno segni di risveglio. Se si hanno a disposizione ambienti a temperatura superiore a 12 °C si può impedire questo processo per mantenerla attiva anche nel periodo invernale.

 È bene che il terriccio in cui viene coltivata sia ben drenato. Consiglio di utilizzare terriccio universale mescolato a sabbia in bassa percentuale. Tuttavia, richiede frequenti e regolari innaffiature senza aspettare che il terriccio sia asciutto.

I suoi semi germinano con facilità e la moltiplicazione per via vegetativa è altrettanto di sicuro risultato.