Passiflora giberti | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

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Passiflora giberti | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

Classificazione (J. MacDougal ed altri, 2004)

SOTTOGENERE: passiflora
SUPERSEZIONE: stipulata
SEZIONE: granadillastrum


ORIGINE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA:

Brasile centro-meridionale, Paraguay e Argentina nord-orientale.


TEMPERATURA MINIMA: 5 °C


TEMPERATURA MINIMA IDEALE: 10 °C


ETIMOLOGIA: Dedicata al botanico e raccoglitore di piante José Ernesto Gibert (1818 - 1886)


NOTE:  Cromosomi: n=9, 2n=18


FOTOGALLERY:


DESCRIZIONE:

Chi ha l’occasione di passare vicino ad una pianta di P. giberti sentirà subito un intenso aroma, non sgradevole, ma nemmeno entusiasmante. Richiama in parte l’odore del limone, ma è un po’ più amaro e con una sfumatura di canfora. La pianta è intensamente aromatica in tutte le sue parti.

Questa passiflora sudamericana (Brasile, Paraguay ed Argentina) si fa notare anche per altre particolarità. È molto frondosa per le fitte foglie trilobate, assai eleganti grazie alla loro forma quasi geometrica: il lobo centrale, a cuspide grande e tozza, sembra ottenuto da due archi di cerchio tracciati con il compasso. Quelli laterali hanno il margine superiore rettilineo, perpendicolare alla nervatura principale. Un grande semicerchio, che incontra il picciolo nella sua metà, abbraccia la parte inferiore della lamina fogliare. Il colore è verde glauco, con una sfumatura cenere. Alla base del picciolo, che è dotato di due piccole ghiandole asimmetriche poste circa a metà, vi sono due grandi brattee di forma lunata con l’apice appuntito.

Il fusto, molto ramificato, è cilindrico, erbaceo, anch’esso di una sfumatura di verde poco comune.

I fiori, del diametro di 7-8 cm, hanno un colore tenue e delicato. I sepali, bianchi nella parte superiore e verdi in quella inferiore, terminano con un lungo uncino ricurvo. I petali sono bianchi su entrambi i lati ed hanno un colore più brillante.

La corona fitta e ricca, è formata da numerose serie di filamenti bianchi tratteggiati di rosa scuro. Quelli inferiori hanno lunghezza quasi doppia e sono meno colorati di quelli superiori.  Il centro del fiore appare così caratterizzato da bande concentriche bianche e malva che sfumano nel bianco degli apici dei filamenti.

La fioritura è copiosa ed incessante. Non si può dire che la P. giberti non sia una pianta generosa, poiché è tra le prime ad andare in fioritura e vi permane per tutto il periodo estivo. I suoi frutti ovoidali diventano giallo-arancio a maturazione ed assomigliano, per dimensioni e per colore, a quelli della P. caerulea.

Pur non avendo la rusticità di quest’ultima, non sopravvive infatti ai geli invernali, ha una buona tolleranza al freddo. Resiste per brevi periodi fino a 5 °C, perciò si potrebbe acclimatarla nelle zone degli agrumi, proteggendone la base con paglia o torba. Altrove è preferibile coltivarla in un vaso di almeno 25 cm di diametro per permetterle di manifestare tutta la sua vivacità. In questo caso, d’inverno, deve essere mantenuta ad almeno 10 °C, in buona luce, cercando di diradare le innaffiature, giacché non sopporta ristagni d’acqua alle radici.

Richiede terriccio ricco e frequenti concimazioni liquide durante il periodo di massima vegetazione. La moltiplicazione per talea è semplice e facile. Si può ricorrere con altrettanta sicurezza anche alla semina che darà pianticelle di rapida crescita.