Passiflora organensis | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

Passiflora organensis, informazioni, classificazione, temperature. etimologia della Passiflora organensis. Scopri la Collezione Italiana di Passiflora di Maurizio Vecchia.

Passiflora organensis | La Collezione Italiana di Maurizio Vecchia

Classificazione (J. MacDougal ed altri, 2004)

SOTTOGENERE: decaloba
SUPERSEZIONE: decaloba
SEZIONE: decaloba


ORIGINE E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA:

Montagne Organ, Brasile.


TEMPERATURA MINIMA: 10 °C


TEMPERATURA MINIMA IDEALE: 12 °C


SINONIMI: P. maculifolia Mast., P. organensis var. marmorata  Mast.,  P. porophylla Vell.


ETIMOLOGIA:

Denominazione di origine geografica: montagne Organ, Brazile.


FOTOGALLERY:


DESCRIZIONE:

La P. organensis var. marmorata (sin. P. porophylla a seguito della revisione della sua denominazione) possiede foglie coloratissime e dalla forma insolita. Sono infatti bilobate con il margine superiore tronco. A volte vi è un accenno di un terzo lobo centrale. La consistenza è leggermente coriacea e la lamina è lucida e brillante.

Sulla loro superficie verde scuro la natura si è divertita a dipingere macchie e striature rosse e gialle che seguono il decorso delle due nervature esterne. Queste marezzature colorate, pur dai contorni non definiti, sono poste sulla foglia in modo talmente regolare e preciso che sembra vogliano evidenziare le direttrici delle nervature stesse. Su alcune foglie sono completamente gialle, su altre rosse e su altre ancora i due colori sono accostati o sfumati l’uno nell’altro. Ciò dipende dalla fase di crescita delle foglie stesse: se sono giovani tendono al rosso, mentre trascolorano al giallo invecchiando. Anche la luce più o meno intensa ha influenza nell’accentuare o nel modificare sfumature e colori.

Questo rampicante cresce fitto e ramificato, fino ad apparire come un tessuto, un prezioso broccato.

Chi vuole coltivare questa Passiflora dovrà perciò progettare un sostegno adatto ad esaltare la bellezza del suo fogliame. Piuttosto che forme tridimensionali, come quelle ad obelisco, consiglierei quelle a spalliera in modo da allargare la chioma su una superficie piana. La crescita, all’inizio, va guidata con cura in modo da disporre i tralci principali distanziati lungo i sostegni. Bisogna quindi lasciare che la natura segua il proprio corso. Le foglie si disporranno e si orienteranno da sole in modo spontaneo ed elegante. L’eliminazione delle gemme apicali, specialmente in esemplari un poco spogli, servirà a stimolare la crescita di rametti laterali con aumento notevole del numero di foglie.

Non aspettatevi dalla P. organensis var. marmorata (P. maculifolia) fiori particolarmente interessanti. Come spesso accade, quando le foglie sono appariscenti, i fiori sono quasi insignificanti. Il fiore raggiunge le dimensioni di circa 4 cm ed ha sepali, petali e corona dei filamenti colore crema con sfumature porpora.

Le norme colturali per questa pianta sono semplici: richiede un terriccio ricco e drenato, facendo molta attenzione a non esagerare con le innaffiature, perché soffre di ristagni d’acqua alle radici. Necessita di posizione luminosa e calda anche d’inverno, sebbene tolleri abbassamenti termici fino a circa 6-7 °C.

Ritengo che la P. maculifolia sia una pianta d’appartamento ideale per il suo aspetto spettacolare e vistoso.

Il metodo di propagazione più sicuro è per talea. Per seme, infatti, potrebbero nascere piante dalle colorazioni poco accentuate.